Quanto conta il fattore umano nell’economia digitale?
Non solo le auto sono ibride
Se anche tu come me sei nato “analogico”, un bel giorno ti è spuntata una “coda digitale”, una estensione della tua vita fisica, una nuova dimensione tecnologica che gradualmente è diventata sempre più presente, importante, imprescindibile ed insostituibile.
E senza che te ne accorgessi, la comunicazione con il mondo esterno, il marketing, le vendite, i progetti, il lavoro, le tue relazioni professionali e personali (spesso anche quelle sentimentali), si sono prima spostate nella rete e successivamente ibridate con la rete.
Il risultato? Oggi viviamo in un mondo #Phygital, ovvero fisico e digitale al contempo, dove online e offline non sono più due sfere distinte, ma una nuova dimensione ibrida “bits and mortar” fatta da Persone e non (solo) da computers.
Il lato Umano della Tecnologia
La recente Emergenza Covid-19 ha messo in luce il lato umano del digitale, il lato più “human friendly” (e sconosciuto) della tecnologia. Pensaci: “Come avremmo comunicato con i nostri cari, lavorato e studiato da casa, fatto la spesa…, come avremmo potuto sopravvivere al lock-down senza il digitale”?
L’emergenza pandemica ha stravolto la nostra vita personale e professionale, i mercati, i modelli di business e di relazione, uno Tsunami tecnologico che ha determinato un balzo in avanti di almeno 10 anni, un progresso lampo per il quale NON eravamo pronti.
Il gap tecnologico e culturale accumulato in decenni dal sistema socio-economico-culturale del “Belpaese” non potrà essere colmato utilizzando come leva abilitante la sola innovazione tecnologica.
Dovremo sviluppare nuove competenze, maturare nuove esperienze, concepire nuove strategie, utilizzare strumenti innovativi, per non parlare della necessità di riorganizzare le aziende, di riprogettare flussi, processi, attività e potenziare sensibilmente le skill di tutte le Risorse Umane coinvolte nei processi di Comunicazione, Marketing, Vendita e Assistenza, in chiave #P2P, “people to people”, da Persona a Persona e non più solamente da Azienda a Cliente.
La nascita del Commercio Unificato
La crisi sanitaria ha messo in luce tutti i limiti del business fisico ed in parallelo le enormi potenzialità (molte delle quali ancora inespresse) del commercio elettronico, che sarà il settore a più alta innovazione, crescita e fatturato del prossimo decennio (almeno).
Durante Covid, solo in Italia, sono nati più di 2 milioni di e-shoppers, il 75% delle vendite è stato generato da chi acquistava online per la prima volta e le vendite online sono cresciute a 3 cifre (fonte NetComm).
Una fetta significativa del fatturato del business tradizionale (quello fisico) si è spostata sul digitale. E questo è solo l’inizio di una rivoluzione digitale (e culturale) che non ha precedenti nella storia.
Il futuro del commercio sarà sempre più unificato, fisico e digitale al contempo, ed i business che avranno la capacità di umanizzare la relazione con il proprio pubblico, sfruttando la convergenza virtuosa tra online e offline, potranno cogliere risultati incredibili.
L’importanza del Fattore Umano
Fai molto attenzione però! La tecnologia può facilitare e accelerare il cambiamento ma sono (e saranno) le persone i veri protagonisti della trasformazione digitale.
Le aziende (esattamente come le squadre di calcio) vinceranno grazie a team di persone con la “P” mosse da obiettivi comuni, concreti, fattibili e misurabili. Le loro competenze, esperienze, passione, energia, i loro “superpoteri” rappresenteranno uno degli asset più importanti della tua azienda, non dimenticarlo mai.
Senza valori non vali nulla
La verità è che prodotti, prezzi e sconti valgono decisamente meno di quanto “ci piacerebbe poter credere”.
Ti sei mai chiesto invece quali sono i veri valori della tua azienda? Quali sono i tuoi obiettivi sul piano umano (e non solo economico)? Cosa vuoi fare per questo mondo e lasciare di buono a chi verrà dopo di te? I tuoi clienti sanno davvero chi sei, cosa fai, come lo fai, perché lo fai e per cosa combatti?
I clienti del futuro, i Millennials di oggi, gli “esemplari” più sensibili della generazione X sceglieranno sempre più le aziende che fanno business in modo etico, nel rispetto dell’ambiente, delle persone e degli animali che in esso vivono e la cui missione non è esclusivamente “fare soldi” ma investire parte del profitto per sostenere cause nobili.
Ecco allora che la tua responsabilità sociale, il tuo impegno in azioni di charity, il tuo packaging a basso impatto ambientale (ecosostenibile, riutilizzabile, compostabile, biodegradabile e vegano), il tuo modo di spedire (consegne multiple, ritiro vuoti, crediti di carbonio), sino al bigliettino firmato a mano dal Ceo (su carta riciclata) per dare il benvenuto ad un nuovo cliente, diventano il modo “diversamente utile” per acquisire la fiducia ed il rispetto del tuo pubblico.
Il potere delle parole
Non dimenticare mai quanto le parole siano potentissime a livello emozionale, per trasferire i tuoi valori, il tuo impegno e la tua sensibilità.
Un’arma bianca da utilizzare in modo etico e mai per manipolare, quanto invece per coinvolgere il tuo pubblico, la tua audience, la tua #Community, facendo sentire il tuo cliente parte del tuo progetto e dei tuoi obiettivi (e non semplicemente un numero).
Ecco allora che le tue mail, i tuoi messaggi automatici, le risposte telefoniche, le conversazioni sui social, i dialoghi sulle chat, i tuoi blog, video, podcast, la tua comunicazione più in generale dovrà essere non solo professionale (ciò è dato per scontato) ma empatica, piacevole ed emozionale, in grado di far percepire al tuo interlocutore quella memorabile emozione di sentirsi “il vero grande eroe” della tua azienda.
E parallelamente non sottovalutare l’importanza della tua immagine coordinata, del “tuo vestito”, che ancor prima di essere elegante e attraente, deve essere concettualmente (e non solo esteticamente) coerente con i valori del tuo #Brand, quelli per i quali i tuoi clienti ti apprezzano emozionalmente e scelgono razionalmente.
Emozioni e sapori
E’ un dato di fatto: Il 70% delle vendite online sono emozionali, ovvero NON basate su principi razionali.
I clienti ti scelgono per elementi diversi dal prodotto, dal prezzo, dallo sconto ma per il valore del tuo #PersonalBrand, ovvero dai valori distintivi che sei in grado di trasferire dalla tua sfera personale a quella aziendale.
Le tue competenze ed esperienze, la tua storia, i tuoi successi (ed anche gli insuccessi che sono quanto di più umano possa accadere lungo la tua vita professionale) diventano gli elementi più tangibili della tua identità aziendale, dell’immagine e della reputazione del brand, per dirla come se fossimo a tavola “il vero sapore” della tua azienda.
Il cliente al centro
Le aziende più performanti del pianeta hanno compreso per prime il più importante e semplice segreto. Sono infatti quelle che hanno rimesso letteralmente (e nei fatti) il cliente al centro, in qualità di essere umano.
Pensa al grande successo dei Marketplace come Amazon. La “ricetta del successo” è di una semplicità cristallina: il cliente è al centro del mondo ed ha sempre ragione!
Lo informano, ascoltano, educano, aiutano a superare problemi, limiti, paure, obiezioni ed a raggiungere obiettivi, desideri, fiducia e gratificazione.
Il cliente è la persona più importante della tua azienda e se ti sfiora anche il minimo dubbio su questa affermazione, credimi … potresti trovarti preso in guai molto seri.
Il segreto di vendere senza vendere
Fai poi molta attenzione ai guru, ai coach, gli evangelisti, ai “kazzari della politica digital” con le loro scorciatoie e regole d’oro per avere successo facile.
Il vero #InboundMarketing non è leggenda, ma l’esatto opposto della pubblicità “acchiappa-clienti” e richiede un lavoro duro e costante. Niente più promesse ma risultati, niente prodotti ma soluzioni, non più clienti ma relazioni.
E’ la tecnica di vendita più efficace di sempre che si basa sul concetto commerciale più semplice in assoluto: “vendere senza vendere” offrendo al pubblico (in qualità di consulenti e non di venditori) le proprie competenze ed esperienze sotto forma di contenuti utili e di valore, in tutti i possibili formati che il Web ci mette a disposizione: testi, immagini, video, podcast, infografiche.
Abbandona dunque la “modalità classica” (da pubblicitario anni ‘80) basata sullo “stalking” della tua audience. Lascia perdere le promesse facili e gli effetti wow. Non sprecare le tue risorse in siti solo belli da vedere, in pagine Facebook con molti like comprati ed account Instagram con milioni di follower che non saranno mai tuoi clienti. Dimentica il “segreto di Pulcinella” basato su scarsità ed urgenza. Tutta questa roba è dannatamente vecchia, già morta e sepolta da tempo!
La verità è che i clienti vogliono cose più semplici ma concrete per le quali non sono disposti a transigere: informazioni veritiere (e non slogan pubblicitari), soluzioni che funzionino (e non promesse), benefici immediati (e non miracoli), risultati tangibili (e non miraggi) e relazioni vere con i loro partner (e non fornitori).
Non più bersagli ma Persone
Per meglio comprendere cosa significhi fare Inbound e rimettere il cliente al centro della tua strategia di Comunicazione, Marketing e Vendita, è necessario intervenire anche sulla semantica e sul tuo “vocabolario aziendale” sostituendo il termine Target con quello di #BuyerPersona.
I tuoi clienti non sono bersagli (su cui sparare) come ci insegnava Kotler negli anni ’80, ma Persone, esseri umani da ascoltare ed assistere, “coltivare e coccolare”, istruire e intrattenere, direttamente e gradualmente, nel tempo, secondo un preciso schema di gioco, il tanto celebrato #Funnel (che non è un tunnel ma un imbuto), da cui entrano contatti ed escono clienti.
Un “tritacarne” che ha il potere di migliorare le tue performances commerciali (e diminuire i tuoi costi operativi di acquisizione e gestione clienti) a patto che tu lo sappia usare in modo efficace e se possibile con approccio “sartoriale”, anziché applicarlo in modo indiscriminato e “spersonalizzato” esattamente come sta accadendo in questo momento, dove soluzioni tecnologiche all’avanguardia e di alto potenziale vengono utilizzate “un tanto al Kg”, senza obiettivi chiari, strategie efficaci e competenze adeguate.
Il mio consiglio gratuito (e contrario ai miei stessi interessi) è quello di non farti costruire un Funnel di vendita da una agenzia di Digital Marketing che non potrà (o vorrà) mai entrare realmente “sotto la pelle” del tuo business.
Fatti piuttosto guidare nella “costruzione del tuo imbuto”, nella scelta della soluzione più adeguata alle tue necessità (ed al tuo budget), cerca di comprendere come sfruttare al meglio i vari punti e momenti di contatto in ogni fase del ciclo di vita del tuo cliente ed il resto verrà con l’esperienza.
Ti dirò di più. Probabilmente (per non dire sicuramente) lungo questo percorso ad “ostacoli digitali” commetterai degli errori. Non preoccuparti è assolutamente normale. Senza sperimentazione (e dunque senza errori) non ci sarebbe innovazione e tu non saresti quell’essere umano che il tuo cliente si aspetta tu sia.
Parole, parole, parole
Per fare un “buon uso dell’imbuto” ti serve inoltre una solida strategia #Seo non solo per posizionarti prima dei tuoi concorrenti sui motori di ricerca, ma per capire cosa cercano le persone in rete, allo scopo di rispondere alle loro domande, dubbi, obiezioni, falsi miti e creare contenuti intorno agli argomenti che a loro interessano realmente, parlando la loro stessa lingua.
Immagina di essere un produttore di Pet-food: sei davvero sicuro che i clienti italiani cerchino su Google “cibo secco di mantenimento per cani adulti” anziché “crocchette per cani”? Sei davvero sicuro che scrivano “cibo umido per gatto al gusto salmone” anziché “cibo per gatti ”? E se invece stessero cercando maggiori informazioni sul tema “barf”?
Sino a ieri a queste domande avresti risposto per istinto o esperienza, ma da oggi devi iniziare a farlo attraverso imprescindibili strumenti di analisi Seo che siano in grado di dirti, esattamente e scientificamente, cosa cercano i tuoi clienti in rete, con quali esatte parole e con quale finalità? Si stanno solo informando o vogliono comprare qualcosa?
Solo così potrai sviluppare contenuti utili e rilevanti che rispondano realmente agli interessi, esigenze o problemi dei tuoi potenziali clienti, per attrarli, conoscerli, dialogare con loro, informarli ed educarli ai benefici della tua offerta, sino a trasformali in clienti soddisfatti e fedeli, creando così i presupposti di una relazione che duri nel tempo.
Il Marketing dei Contenuti
Si hai capito bene! Siano essi informativi, educativi, di intrattenimento, i contenuti sono diventati la vera “benzina” del così detto #ContentMarketing.
Senza la loro linfa come potresti “nutrire” il tuo pubblico, per avvicinarlo, informarlo, incuriosirlo, educarlo, stimolare il coinvolgimento, aumentare la partecipazione emotiva e migliorare il tasso di conversione?
Basti pensare al successo del #VideoMarketing, un’arma che la maggior parte delle PMI Italiane (spesso per paura del giudizio altrui e timori di inadeguatezza) non ha ancora iniziato a sfruttare sino in fondo, allo scopo di raccontare la tua storia, missione e valori, metterci la faccia, condividere competenze, esperienze, successi (ed insuccessi), in modo autentico, onesto ed originale, aiutando il pubblico a risolvere problemi, perseguire obiettivi e prendere le migliori decisioni di acquisto.
I video sono diventati lo strumento di comunicazione più efficace e popolare al contempo, grazie alla capacità di coinvolgere i sensi, imprimere concetti nella mente delle persone ed aumentare la partecipazione emotiva del pubblico, tanto si tratti di presentare un nuovo brand, un nuovo prodotto, un nuovo servizio, condividere le recensioni di un cliente soddisfatto, raccontare una esperienza di “unboxing” (lo spacchettamento di un ordine online), per fornire istruzioni di utilizzo o di montaggio, solo per fare alcuni esempi concreti.
Te lo dico in altre parole: è arrivato il momento di “dirlo e farlo con un video” … il Marketing della tua azienda.
La magia del fattore umano
E adesso è arrivato il momento di porti un’altra domanda vitale per il successo della tua azienda: come offrire il contenuto giusto, alla persona giusta, al momento giusto, sul canale giusto, nel formato giusto?
Una domanda che affligge tutti i marketers del pianeta, che non a caso si sono fatti (troppo) facilmente ammaliare dai super poteri della #MarketingAutomation, una “scatola magica” che lavora per te h24, 365 giorni all’anno, anche quando dormi (inclusa la notte di Natale).
Uno strumento in grado di automatizzare azioni come tracciare il comportamento dei clienti online, acquisire informazioni su di loro, qualificare il loro profilo, inviare messaggi automatici, attivare campagne promozionali, recuperare carrelli abbandonati, qualcosa che solo pochi anni addietro “noi umani non potevamo nemmeno immaginare” (e che manualmente non sarebbe gestibile).
E poco importa che tu utilizzi Hubspot, Sales Manago, Marketo o Mautic; l’implementazione superficiale, smodata e spersonalizzata della Marketing Automation, spesso per colpa di agenzie web che “insegnano senza saper fare”, ha determinato un appiattimento generale che ne sta annullando i “super poteri” e la missione naturale: la capacità di interagire, nel modo più proattivo, automatico e personalizzato, sulla base di regole precise e comportamenti prestabiliti, con le diverse buyer personas.
Quello che sto cercando di dirti è che non stiamo parlando dell’ennesimo “giochino tecnologico” che risolverà magicamente tutti i tuoi problemi di relazione con il pubblico, ma di uno strumento che se utilizzato sapientemente con l’obiettivo umano di “mettere la Persona al centro del tuo mondo”, potrà permetterti di conseguire un importante vantaggio competitivo rispetto ai tuoi concorrenti.
Senza dati sono solo opinioni
Un’azienda non vince solo grazie alla tecnologia (…sarebbe troppo facile …) ma perché possiede obiettivi sani e ben precisi, una strategia efficace per raggiungerli, dati affidabili e #KPI per misurare le proprie performance.
Le aziende vincenti non “navigano a vista” e non “decidono di pancia” ma utilizzano i dati comportamentali come elemento decisionale e come leva per prevedere il futuro, grazie a soluzioni di #AI, Intelligenza Artificiale, un modo più evoluto di dire (e fare) Business Intelligence.
Dovrai imparare ad acquisire, organizzare, trasformare, leggere, interpretare i dati e farti guidare da essi (anziché dal tuo istinto) nel processo decisionale, perché “senza dati sono solo opinioni”.
E non ti basterà analizzare fatturati, margini, rotazioni e costi operativi. Solo analizzando il comportamento dei tuoi clienti online potrai conoscerli meglio e servirli sempre meglio, sviluppando nel tempo, supportato da strumenti adeguati, la capacità di prevedere le loro future e reali esigenze e come conseguenza naturale migliorare le tue performance commerciali.
Non è mai troppo tardi per fare bella figura
Anche senza saper leggere il futuro, basterebbe concentrarsi al presente per offrire la migliore #CustomerCare possibile, prima durante e dopo una vendita, perché gestire dei clienti online non significa annullare ogni contatto, ma al contrario sfruttare (positivamente) ogni singolo micro momento di interazione per migliorare la #CustomerExperience e supportare utilmente (e funzionalmente) il cliente lungo l’intero processo di acquisto, in modo integrato su tutti i canali fisici, web e social, regalando un’esperienza unica e possibilmente memorabile.
Quando i clienti ci contattano per un qualsiasi problema (anziché abbandonarci e optare per un concorrente) abbiamo la grande occasione per dimostrare quanto teniamo a loro, per acquisire prezioso feedback, per individuare una criticità e trasformarla in opportunità, dimostrando il nostro vero valore.
L’assistenza clienti gestita da risorse professionalmente formate e preparate, in grado di mettersi “umanamente nei panni del cliente” e trasformare situazioni di crisi personale in opportunità professionale, agendo con passione, energia positiva, empatia, trasparenza, onestà e responsabilità, può fare una enorme differenza in termini di immagine, reputazione, fidelizzazione, soddisfazione cliente, incentivazione del passaparola, diminuzione dei resi, tutti aspetti che si riflettono in ultima istanza sul conto economico della tua azienda.
Eppure la customer care in Italia è un aspetto molto debole e spesso trascurato a favore di siti belli da vedere, con immagini sexy, video emozionali e “fuochi di artificio” che tuttavia non possono in alcun modo compensare l’assenza di un servizio clienti che accompagni la persona e non l’utente (un altro termine “old fashion” che ti consiglio fortemente di bannare) lungo il processo di acquisto, aiutandolo in tempo reale ad individuare prodotti e servizi, a selezionarli, confrontarli e decidere quali tra essi meglio rispondano alle sue specifiche esigenze.
Basta navigare sui vari siti di e-commerce per rendersi conto di quanto il servizio clienti sia un tasto dolente ed una esperienza tutt’altro che “memorabile”: numeri non attivi, chat non funzionanti, risposte automatiche incoerenti e tempi di risposta inaccettabili. E’ evidente come tutte queste mancanze impatteranno negativamente sull’esperienza di acquisto, sulle recensioni e sui risultati della tua azienda, tanto online, quanto offline.
Da Multicanale a Omnicanale
Le relazioni funzionano quando conosci davvero i tuoi clienti e potenziali clienti, ciò che gli esperti di marketing definiscono profilazione (o qualificazione): chi sono, cosa vogliono, cosa comprano, da chi, quando comprano, quanto spendono, … ?
Quanto sopra è innegabile tuttavia le relazioni funzionano ancora meglio quando sei in grado di personalizzare “in modalità sartoriale” non solo prodotti e servizi ma anche la comunicazione con il tuo pubblico, in modalità #Omnichannel (se preferisci Omnicanale), ovvero su tutti i canali preferiti dai tuoi potenziali clienti, siano essi il tuo sito, i social, la chat, il tuo negozio fisico…, ogni possibile punto di contatto ed interazione con il pubblico.
La verità è che le PMI Italiane hanno dimostrato di soffrire molto nel passaggio da multicanalità a Omnicanalità, non solo per motivi di natura economica, ma anche e soprattutto a causa del gap culturale, della mancanza di competenze, esperienze e risorse per poter garantire una presenza efficace e orientata al cliente, alla singola Persona, su tutti i possibili canali di interazione.
Il trade off è pertanto quello di scegliere i canali che meglio si addicono al tuo business, al tuo mercato ed al profilo dei tuoi clienti e concentrarsi sui canali fisici e digitali dove la tua azienda è in grado di esprimere al meglio il proprio potenziale umano in termini di comunicazione, marketing, relazione con il pubblico ed assistenza clienti.
La nuova frontiera del Social Selling
Lo “stress da Omnicanalità” spiega perché le aziende abbiano iniziato ad utilizzare i social non solo per fare presenza, ovvero per “farsi belle e parlare di sé”, ma anche e soprattutto per fare #SocialListening, ovvero ascoltare cosa le persone dicono sul loro brand, prodotti, servizi, concorrenti e dialogare più efficacemente con il pubblico e le diverse audiences.
Pensaci: i social (nel bene e nel male) rappresentano uno spaccato assolutamente reale della società, in un determinato luogo ed in un determinato tempo.
Grazie ai social (e ad uno scudo a forma di schermo) le Persone hanno trovato un mezzo semplice e protetto per comunicare pubblicamente, esprimere opinioni, condividere e commentare qualsiasi argomento, diventando inconsapevolmente fornitori di contenuti e di informazioni gratuite.
Le aziende hanno così trovato un nuovo mezzo per meglio profilare il pubblico, analizzarne il comportamento, influenzarne il pensiero, diffondere informazioni (vere o fake), promuovere prodotti e servizi, stimolare il dialogo, ottenere feedback e creare relazioni.
E solo più recentemente le aziende più veloci nel fiutare il cambiamento si stanno attrezzando per giocarsi la carta del #SocialSelling ovvero sfruttare l’opportunità di vendere prodotti e servizi attraverso i social, all’interno dei social e senza uscire dai social, un fenomeno crescente da non sottovalutare in termini di servizio al cliente e di potenziale impatto sulle tue vendite online.
La positività è contagiosa
L’obiettivo di ogni azienda dovrebbe essere quello di utilizzare il digitale per creare relazioni reciprocamente vantaggiose che durino nel tempo.
Ciò presuppone un dialogo ed un feedback continuo, fatto di recensioni idealmente positive (ma anche negative) il cui potere è quello di influenzare la decisione di acquisto di chi non ti conosce ancora e non ha mai comprato da te.
Sì esatto, hai capito bene, il passaparola è ancora il modo più efficace di fare promozione, anche nella Digital economy, un mondo sempre più connesso, dove le Persone si “contagiano” a vicenda, si “influenzano” continuamente, sulla base di elementi personali, emotivi e sempre meno razionali.
Ma fai attenzione! Il passaparola “è un cavallo selvaggio”; se lo lasci correre va dove vuole lui e potresti perdere il controllo.
Ecco perché la tua strategia di Comunicazione, Marketing e Vendita non può fare a meno di un #ReferralProgram, un piano strutturato per acquisire nuovi clienti attraverso un’azione proattiva da parte dei tuoi clienti soddisfatti, una leva strategica che la tua azienda non può permettersi di lasciare ai concorrenti.
Quello che pensano e dicono i tuoi migliori clienti, la così detta convalida sociale, possiede un valore inestimabile per la reputazione della tua azienda, per il valore del tuo brand, per le performances del tuo e-commerce e per stimolare la decisione di acquisto di chi non conosce ancora i benefici della tua offerta.
Proprio per questo il mio consiglio è quello di non cedere alle facili lusinghe di agenzie che ti inducono alla “prostituzione” del #PayPerClick per concentrare tutte le tue forze (e budget naturalmente) sull’attività di #LeadGeneration, ovvero di generazione nuovi contatti ed opportunità, finalizzate all’acquisizione di nuovi clienti.
Preoccupati anche (e soprattutto) di mantenere i tuoi clienti esistenti, facendoli sentire importanti e parte attiva della tua #Community, anche con piccoli ed apprezzabili gesti come un bigliettino di auguri scritto a mano, un piccolo regalo, un messaggio originale, un invito inaspettato. E ciò non solo perché acquisire un nuovo cliente è dannatamente più costoso di mantenerne uno esistente, ma perché il tuo cliente è davvero il “grande eroe” della tua azienda, a patto che tu smetta di vederlo a forma di dollaro ed inizi a considerarlo come un asset di rilevanza strategica per il successo della tua attività.
Nani o ballerine?
Non ho il minimo dubbio quando dico che l’obiettivo principale della tua azienda dovrebbe essere quello di trasformare clienti soddisfatti e fedeli in promotori naturali, in ambasciatori del tuo brand.
Non è un caso che il fenomeno dei #NanoInfluencers si stia diffondendo pesantemente. Non più ballerine Vip, celebrità o testimonial, non più “markette” per promuovere la tua azienda ed i tuoi prodotti, ma Persone vere, normali, esperte in determinati argomenti, settori o attività, con un forte “grip” personale su nicchie specifiche di audience, con cui interagiscono sui canali online e offline e con cui condividono le proprie passioni, esperienze e competenze.
Il futuro del business è H2H
Guardiamo ai fatti: da B2B e B2C stiamo passando (o forse siamo già passati) ad un business dalla “composizione chimica” #H2H (human to human) e ciò sarà ancor più vero nel periodo di transizione Post Covid, dove gli “umani” vorranno tornare alla normalità, all’autosufficienza, in sicurezza, ottenendo al contempo servizi migliori, più flessibili e personalizzati, in altre parole vorranno tornare al centro (e non ai confini) del mondo.
Siamo tutti esseri umani (anche i tuoi concorrenti lo sono…). Il Web è fatto da persone e non dai computers. Le nostre decisioni siano esse business o consumer, saranno sempre più spesso e fortemente determinate da fattori emozionali e personali.
La grande sfida della Vendite Online
Il disastro determinato dall’emergenza pandemica ha finalmente dissipato ogni dubbio: il settore che crescerà di più a livello planetario sarà l’#Ecommerce.
Grazie a promozioni sempre più personalizzate, spedizioni gratuite, consegne veloci e flessibili, pagamenti semplici e sicuri, resi facili e rimborsi immediati, con nuove modalità di servizio (Click and Collect, Abbonamenti, Gift Cards) ed assistenza omni-canale, le vendite si sposteranno gradualmente ed irreversibilmente dal fisico al digitale.
Fissiamo dunque un concetto che è necessario metabolizzare quanto prima possibile: il successo del tuo e-commerce dipende soprattutto da te, dalla tua competenza, esperienza, passione, dedizione, strategia e soprattutto dalla tua capacità di gestire i clienti, nel modo più flessibile, personalizzato ed umano possibile!
E quindi…
Un “mondo difficile”, un “mercato animale” ed un futuro “imprevedibile” si possono affrontare solo con la formazione continua, competenze trasversali, esperienze di altri mondi, cambiamento organizzativo, innovazione tecnologica e soprattutto con talento, il “valore umano” delle persone e la “human energy” (a patto che sia pulita).
Fai business in modo etico, nel rispetto dell’ambiente, delle persone e di tutte le creature senzienti che in esso vivono!
Ispirati ai principi del #PetMarketing, al comportamento degli animali: osserva, ascolta, annusa, interpreta, socializza, collabora, aiuta… e potrai raggiungere risultati davvero incredibili!