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Social o no social?

Quante volte mi hanno posto la stessa domanda: devo per forza “andare sui Social” per promuovere i prodotti e servizi della mia azienda?

Partiamo da un semplice presupposto: i Pets sono creature fortemente orientate alla socializzazione ed altrettanto lo sono i Pet Parents, che sui diversi canali social intrattengono conversazioni continue, condividono esperienze, cercano soluzioni, manifestano problemi, si confrontano con i loro pari, senza veli e senza censura, in modo autentico e diretto.

Quale migliore opportunità per comprendere meglio i loro interessi, le loro esigenze, “profilarli” ed essere in grado di “abbaiare” la loro stessa lingua?

Ma chiariamo inoltre un’altro aspetto: per loro natura i Social non nascono come luogo per fare azione commerciale o promozionale, quanto piuttosto per conversare, confrontarsi, condividere, costruire relazioni, creare attenzione su temi specifici, far crescere la propria community con l’obiettivo di amplificare la portata dei propri contenuti, generare traffico verso il sito dell’azienda e portare gradualmente il pubblico a compiere specifiche azioni, le mitiche “call to action“.

Idealmente ogni azienda dovrebbe essere omni-canale, ovvero attiva su tutti i canali dove sono presenti i potenziali clienti, il che significa su tutti i social.

Ma ciò risulta molto complesso, soprattutto per le piccole e micro aziende, richiedendo ingenti risorse di tempo e budget ed una attività costante che non conosce sosta. Bisogna dunque fare delle scelte e queste dipendono dagli Obiettivi di Pet Marketing che la tua azienda animale intende realmente perseguire!

Sfatiamo poi convinzioni limitanti quali:

  • Facebook è un canale esclusivamente B2C e di basso livello?
  • Twitter è efficace prevalentemente per dialogare con i media?
  • Linkedin va usato esclusivamente a  scopo business?
  • Instagram è il canale ideale ed esclusivo per le sole aziende dei settori fashion, design, arte e viaggi?
  • Youtube …

La risposta dipende dai numeri e non dalle opinioni! Per questo ti consiglio un articolo di Digitalic sulle statistiche dei Social in Italia e nel mondo, numeri che non ti puoi permettere di disconoscere e che sono sicuro ti “drizzeranno le orecchie”.

Quando si parla di Social il vero suggerimento è quello di sperimentare sulla propria pelle, ovviamente senza fare salti nel vuoto. Non servono anni per capire quali siano i canali più adatti alla comunicazione del tuo brand, ma tieni presente che non esiste una strada sicura che funzioni per tutti nello stesso identico modo.

E non dimenticare mai che la stessa persona con cui interagisci su Linkedin in “giacca e cravatta” durate il giorno è la stessa che troverai in jeans e scarpe da ginnastica alla sera.

Sui social troverai persone (con la P maiuscola) in diversi momenti della loro vita (giovani e meno giovani), della giornata (lavoro e tempo libero), con diversi livelli di informazione e consapevolezza.

Questo significa che gli interlocutori sono sempre gli stessi, ma in diversi momenti e su diversi canali possono manifestare esigenze diverse.

Parlare o ascoltare?

Aprire un nuovo canale non è uno scherzo. La presenza sui Social richiede un impegno costante e non può essere gestita con la zampa sinistra nei ritagli di tempo.

Eppure il 90% delle aziende è presente su uno o più social, spesso in modo improvvisato, senza obiettivi precisi, senza una strategia, senza competenze specifiche, senza contenuti strutturati e senza un piano editoriale, nel tentativo di fare rumore e accaparrarsi con le unghie micro momenti di attenzione del pubblico.

La verità è che la maggior parte delle aziende ancora vede i Social come un luogo per “parlare di sè”. Solo poche aziende invece utilizzano i Social per ascoltare quello che si dice in rete sul loro brand, sulla loro reputazione, mercato, concorrenti, per scoprire quello che non sanno, per intercettare le conversazioni che contano, come le obiezioni, le critiche, i desideri, le esigenze, le paure, i problemi dei Pet Parent e trasformare questi “sentimenti” in azioni di comunicazione e Pet Marketing.

Se è vero quello che mi sono sentito dire migliaia di volte ovvero  “ma noi siamo un’azienda diversa“, se è vero che ascoltare è la prima regola della comunicazione efficace, è forse arrivato il momento di ripensare il tuo Pet Marketing con il supporto della Social Listening, uno strumento sino a pochi anni addietro inarrivabile per la maggior parte delle aziende e di dominio delle sole multinazionali.

Attraverso la Social Listening  potrai finalmente mettere sotto analisi una serie di concorrenti, di prodotti, di servizi, di mercati, di settori, di argomenti, di lingue e paesi diversi ed in modo dinamico ricevere dati per decidere in modo consapevole e trasformare la tua azienda in una macchina “data driven”, ovvero guidata dai numeri e non solo dal tuo istinto di imprenditore o manager.

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