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Le competenze del “pet futuro”. Alzate bene le orecchie e scoprite quelle vincenti.

Nel prossimo futuro sarò abbastanza interessante per la mia impresa o per il mercato del lavoro? Una domanda che ha tolto il sonno a tutti quelli che si preoccupano di essere “appetibili” sul mercato del petfood nel prossimo futuro o che, semplicemente, si sono chiesti come migliorare per prepararsi ad un avanzamento di carriera o solo per avere la certezza di non vedersi soffiare il posto di lavoro da qualcuno più preparato.

Come dice Graziana Canessa «oggi, più che mai, il contesto è in continuo divenire e ciò comporta un senso di incertezza e di insicurezza che a volte risulta difficile governare». Allora forse è meglio prepararsi per gestire al meglio questa insicurezza, sviluppando le competenze che il fluido mercato del lavoro ci ha in questi ultimi anni abituato a considerare necessarie. Infatti, oltre alle conoscenze tecniche, una serie di capacità trasversali che il secondo millennio aveva quasi dimenticato, ora vengono prepotentemente richieste dalle aziende.  Nonostante questa premessa, ritorna la domanda del titolo: “Quali saranno le competenze vincenti?“. A questo risponde Monica D’Ascenzo che in un suo articolo pubblicato sul Sole 24 ore del 28/06/2016, ha riportato quella che per il World Economic Forum è la top ten delle soft skills che verranno richieste dalle imprese nel prossimo lustro e necessarie ai candidati per distinguersi tra la massa dei richiedenti lavoro.

Alla numero 10 troviamo la flessibilità cognitiva, ovvero la capacità di trovare una risposta diversa a problemi nuovi che ci rende vincenti nelle mutevoli condizioni dell’ambiente lavorativo in cui saremo ineriti. In poche parole adattamento e adattabilità.

Alla numero 9 fa capolino la capacità del commerciale per eccellenza: la negoziazione. Spesso in passato scambiata erroneamente con la capacità di raggiungere gli obiettivi a tutti i costi anche a discapito della controparte, la negoziazione è invece la capacità che ci permette di vivere assieme agli altri scambiando lavoro, informazioni e capacità per un benessere comune. Qui troverete alcuni approfondimenti e riflessioni.

Orientamento al servizio si piazza all’ottava posizione e si può descrivere come la capacità di seguire non solo il post vendita ma tutta la catena facendola diventare, appunto, catena di valore.

Precede di poco la capacità di prendere decisioni, che alla settima posizione descrive la una competenza sicuramente necessaria per tutti i team leader, ma anche per tutti coloro a cui, in ogni posizione, viene richiesta una certa autonomia decisionale. Ecco qui un semplice test per verificare la tua leadership.

Strano ma vero alla sesta posizione troviamo l’intelligenza emotiva definibile anche con “orientamento verso la persona” a cui sicuramente Goleman ci aveva abituato con i suoi splendidi scritti ma che sembrava distantissima dal mondo del lavoro. Invece la capacità di gestire le proprie emozione e quelle dei collaboratori o colleghi, risulta una delle competenze trasversali più richieste. Del resto la refrattarietà all’emotività non è di certo cementificante nelle azioni di team building, lo è invece l’empatia. Se volete qui troverete un questionario per misurare la vostra.

La capacità di lavorare in team, manco a dirlo, alla quinta posizione scollina e ci prepara a raggiungere il vertice della top ten delle più richieste soft skills nel mondo del lavoro. Mai come in questi ultimi anni si è compreso che la capacità di essere parte e partecipare alle attività di un team attraverso un’interazione positiva con i colleghi, è fondamentale per un fluido raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Avvicinandoci al vertice della classifica troviamo la gestione del personale, sicuramente una competenza richiesta ai team leader e a tutti coloro che hanno alle proprie dipendenze del personale. Una qualità che racchiude in sé altre capacità come il saper delegare, gestire, motivare, valorizzare e quando serve riprendere chi lavora con e per te. Una prova non semplice per chi ambisce a ricoprire posizioni apicali a qualunque livello.

Lentamente arriviamo al podio, dove la medaglia di bronzo spetta alla creatività. Richiesta agli artisti e relegata fuori dalle mura delle imprese, a fine XX secolo si inizia a comprendere che la creatività significa anche capacità di innovare che fa sicuramente la differenza all’interno di un sistema in crisi ma che è anche una ricchezza per chi è alla ricerca di nuovi mercati o cerca di sviluppare nuovi prodotti. Sicuramente una delle competenze che appartiene ai più giovani che per questo motivo vengono preferiti ai più anziani. Questione di biologia. Dopo una certa età l’intelligenza fluida si cristallizza, e la nostra mente applica soluzioni già sperimentate preferendo quelle classiche a quelle più creative che mal si adattano ad un mondo in continua evoluzione.

Medaglia d’argento per il pensiero critico, caratterizzato dalla capacità concreta di analisi e sintesi dei dati che l’ambiente fornisce e che vanno contestualizzati nel “qui ed ora” per una presa di decisione efficace. Tuttavia il pensiero critico e la logicità del ragionamento non basta, serve la capacità di comunicazione, l’osservazione, la concretezza e la fantasia per applicare il ragionamento al contesto lavorativo. Del resto anche il pensiero critico fa parte della capacità di innovazione. Senza la critica (costruttiva) non ci sarebbe cambiamento.

In cima al podio la medaglia d’oro spetta al problem solving o, per dirla in italiano, la capacità di trovare soluzioni innovative ai problemi che si presentano ogni giorno in azienda. Come mi disse un direttore generale di un’azienda metalmeccanica: «La competenza tecnica la do per scontata, quello che però cerco in un candidato è la capacità di risolvere in maniera efficace e veloce i problemi e le criticità in cui si imbatterà ogni giorno». Sembra strano ma forse è una delle competenze trasversali più difficilmente riscontrabili in un potenziale dipendente, qualunque sia la sua età. Qui trovi alcuni test on line per misurare la tua.

Sicuramente avrai fatto qualche test che qui abbiamo consigliato e di sicuro ti starai chiedendo se c’è un modo per migliorare i punti di criticità che avrai riscontrato. La risposta è sì, si può intervenire facendo formazione.

Fonte: Il Giornale delle Pmi